sabato 9 agosto 2008

Turismo 2.0 - Ritorno alle origini

Quanti hanno letto il documento che rappresenta il manifesto del Turismo 2.0 di Edu William?:
Tourism 2.0. The social Web as a platform to develop a knowledge-based ecosystem

I concetti sono noti da tempo, ed ormai la socializzazione dell'offerta turistica, della conoscenza legata alle destinazioni, dei commenti sui servizi e sui fornitori, sono tutte cose che sono entrate nella quotidianità di chi fruisce il turismo attraverso il web.

Molti hanno messo in pratica anche non sapendolo lo scenario descritto da William , e così sono fioriti i blogs che parlano di turismo, i siti di commenti e giudizi su viaggi ed hotels, raccolte multimediali di foto e video legati a destinazioni turistiche, e chi più ne ha più ne metta.

Quello di cui si sente più la mancanza è di un aggregatore di tutti questi contenuti, di un filtro che permetta di discernere questo mare magnum di informazioni che sommerge l'utente fin dalla prima ricerca su un qualsiasi motore di ricerca.

Quello che viene descritto come il "Paradosso della scelta" da Schwartz, porta alla paralisi ed all'incapacità di scegliere in presenza di troppe opzioni a disposizione senza che il cliente o il fruitore dell'informazione sia dotato di un criterio chiaro ed efficace di selezione in base a parametri certi.

Google da sempre cerca di risolvere questo dilemma con il suo sistema di ranking dei risultati di ricerca, ma è una scelta preconfezionata che non tiene conto delle esigenze personali di chi sta cercando. Un passo avanti è già stato fatto modificando la ricerca in base alle ricerche precedenti dello stesso utente, ai siti che ha visitato in passato, insomma ai suoi gusti, ma ancora non basta.

Google Map sta andando ancora un passo avanti, presentando sulla mappa in relazione al tipo di ricerca fatta, anche contenuti generati dagli utenti come foto o video, o i commenti ed i giudizi sugli esercizi commerciali.

Dopo varie prove devo dire che questo metodo è ancora molto acerbo, ma Google, e forse solo lui, ha la forza per aggregare l'enorme massa di dati che è disponibile attorno ad ogni singolo punto del pianeta, soprattutto quando si parla di destinazioni turistiche.

Quello che ancora non ho visto, ed invito chiunque a segnalarmi esempi se ci sono, è l'applicazione del concetto di "reward", cioè di gratificazione e guadagno da parte dell'utente per aver contribuito alla crescita globale della conoscenza, che si tramuti in vantaggi per la fruizione di servizi o beni. Anche se la voglia di comunicare sul web oggi sembra un onda in piena, sfociando spesso nell'esibizionismo puro, occorre un sistema che incentivi l'utente ad incanalare la sua creatività e la voglia di comunicare dentro ai confini di ciò che è veramente utile alla rete. Semplici esempi possono essere i loyalty programs basati sui feedback dei clienti dopo il soggiorno: sei stato bene? scrivi una bella recensione ed avrai uno sconto in futuro.
Anche se a TripAdvisor non piacciono questi metodi, se applicati all'interno di una rete dove cliente e fornitore hanno un peso paritetico, e soprattutto se legati a meccanismi di reward ponderati in base alla "qualità" del contributo, il tutto sarebbe non solo lecito, ma anche auspicabile, perchè le false recensioni verrebbero subito smascherate dagli utenti stessi.

Un altro concetto che mi piacerebe vedere applicato è quello che io chiamo "extreme tagging", cioè la possibilità all'interno della rete di conoscenza legata alla destinazione turistica, di inserire tags liberamente su ogni oggetto testuale, multimediale o astratto, e questo non solo da parte del propietario, ma soprattutto da parte di chi fruisce della conoscenza, in modo da consentire ricerche non solo sugli aspetti materiali, ma anche sugli aspetti qualitativi delle informazioni che accompagnano la ricerca.

Credo che questo argomento meriterà un post dedicato, per ora è tutto.

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